QUINTO CANTO DELL'INFERNO
PAOLO & FRANCESCA
Giunti nel secondo cerchio dell’Inferno, Dante e Virgilio si imbattono
nelle anime dei lussuriosi, trasportati dal vento in bufera che li trascina e li
travolge senza tregua.
Due ombre attirano l’attenzione di Dante, perché
a differenza di tutte le altre procedono l’una vicino all'altra: si tratta di
Francesca da Rimini, donna sensibile, colta e raffinata, e di suo cognato
Paolo Malatesta.
Nella loro vita si sono lasciati travolgere dalla passione d’amore.
Il poeta
rivolge loro la parola ma soltanto Francesca risponde, raccontando la
storia che li ha condannati a quella terribile pena, mentre Paolo rimane
in silenzio accanto a lei e piange.
Francesca era figlia di Guido da
Polenta, signore di Ravenna, ed era stata data in sposa al signore di
Rimini, Gianciotto Malatesta, per motivi politici. Nella sua nuova
dimora si innamorò di Paolo, fratello più giovane e attraente del
deforme e zoppo Gianciotto; quest’ultimo sorprese però i due amanti e li uccise.
ANALISI DEL TESTO POETICO
(LA PARAFRASI)
VEDIAMO ALCUNE PARTI DEL QUINTO CANTO.
USERO' LE NOTE PER AIUTARMI A CAPIRE IL TESTO
USERO' LE NOTE PER AIUTARMI A CAPIRE IL TESTO
1 disio: desiderio.
2 cotali: così.
3 uscir: uscirono
[le anime
di Paolo e
Francesca].
4 Dido: la regina
Didone
[che in un
episodio
dell’Eneide di Virgilio
cede
alla passione per
Enea e ora è punita tra i
lussuriosi].
5 affettuoso
grido: richiamo accorato [che Dante fa rivolgendo loro la
parola].
6 per
l’aere perso: nella cupa aria infernale [perso, o persiano, è un termine
utilizzato in tintoria per indicare un colore scuro].
7 sanguigno: del colore
del sangue.
Quali colombe dal disio1 chiamate
con l’ali alzate e ferme al dolce nido
84 vengon per l’aere, dal voler portate;
a noi venendo per l’aere maligno,
87 sì forte fu l’affettuoso grido5.
«O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l’aere perso6
90 noi che
tignemmo il mondo di sanguigno7,
36 Galeotto: il libro che
Paolo e Francesca
stavano leggendo svolse
la stessa funzione
di
complice del personaggio
di Galeotto, che, nella
storia di Lancillotto e
Ginevra, permise ai due
di rivelarsi il loro
reciproco amore.
37 avante: oltre.
38 io venni men: io persi
conoscenza.
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto36fu ’l libro e chi lo scrisse:
138 quel giorno più non vi leggemmo
avante37».
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangea, sí che di pietade
141 io venni men38così com’io morisse;
e caddi come corpo morto cade.
Lavoro di presentazione alla classe
di
GLORIA
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